Dalla madre Anna ha ereditato la forza di lavorare in cucina. Dalla nonna materna Edda la passione per le cose buone fatte in casa, come i dolci e la pasta. E così Beatrice D’Argenio, nata ad Atri (Teramo) nel 1994, ex allieva dell’Accademia Niko Romito e da due anni capo-partita ai secondi nel ristorante Spazio Milano, non ha avuto difficoltà a scegliere la sua strada. E a diventare una cuoca professionista.
Le sfogliatelle della nonna
Anzi, si può dire che sia stata “la strada” a cercare Beatrice. «Da bambina mi piaceva molto fare i dolci insieme a nonna», prende a raccontare la cuoca abruzzese. «Le mie specialità? Le sfogliatelle di marmellata d’uva e i caggionetti di ceci. Anche quando d’estate ho cominciato a lavorare nei lidi di Silvi Marina, mi facevano fare soprattutto i dolci per le colazioni. I dolci tipici sono sempre molto apprezzati dai turisti».
Le prime esperienze in cucina
Quando arriva il momento di scegliere la scuola superiore, i genitori Anna e Mauro non hanno difficoltà ad acconsentire che Beatrice si iscriva all’istituto alberghiero di Giulianova. Classe cucina e pasticceria. E anche negli anni in cui studia all’alberghiero, la giovane cuoca trascorre le estati nei ristoranti degli stabilimenti balneari, spesso accompagnata dal fratello Alessio e dalla sorella Silvia che lavorano in sala.
Capo cuoca in un pub
Nel 2012 arriva il diploma. «E dopo un paio di anni arriva anche la proposta di fare la cuoca in un pub di Pineto, un locale affollato sia d’inverno che d’estate», spiega l’ex allieva. «Sul menu avevo mano libera, e la mia proposta variava dai primi fino ai secondi di carne, spaziando anche sulla pasticceria. Naturalmente in un pub le richieste principali riguardavano hamburger e patatine fritte, e così per tre anni non ho certo dato molto spazio alla mia creatività».
Iscritta all’Accademia dal fratello
Di questa mancata crescita professionale si accorge però il fratello Alessio, che senza dire nulla a Beatrice invia il curriculum della sorella alla scuola di cucina dello chef Niko Romito. L’obiettivo viene centrato. «Oggi ringrazio mio fratello per avermi costretto a muovermi, a dare una svolta alla mia carriera, e ai miei genitori per avermi pagato la scuola. Mi hanno cambiato la vita», dice Beatrice che, tornando al racconto, ricorda che a marzo del 2017 viene ammessa a frequentare l’11° Corso di cucina italiana professionale.
Paura e timidezza a Casadonna
«Ero molto timida, piangevo tantissimo e quando ho fatto il colloquio con il direttore della scuola e con lo chef Davide Mazza avevo il cuore impazzito», ricorda la giovane cuoca. «I mesi della scuola a Casadonna sono stati indimenticabili. Lo chef Mazza per me è stato come un padre, era sempre presente, mentre lo chef Bellavia mi ha aiutato tanto a tirare fuori il carattere».
Rivisondoli, l’esperienza che trasforma
«Ma ad aprirmi definitivamente e a farmi uscire dal guscio è stato il mese di tirocinio a Spazio Rivisondoli», riprende Beatrice D’Argenio. «Una bellissima esperienza, che mi ha letteralmente cambiata. Inizialmente avevo chiesto al direttore e allo chef Bellavia di non mandarmi in sala a parlare con i clienti. Non mi sentivo pronta. Indovinate come mi hanno sbloccata? Per una settimana intera ho portato da sola i piatti in sala!».
L’apertura estiva di Rivisondoli coincide con la formazione dei ragazzi che qualche mese dopo andranno ad aprire il nuovo Alt! di Castel di Sangro. A Spazio Rivisondoli l’ex allieva si occupava dei primi. «Amo fare la pasta fresca, e a Rivisondoli mi divertivo molto a preparare i primi. Ma quello che ho assimilato bene da quell’esperienza è l’importanza del servizio», sottolinea la cuoca. «Il servizio è tutto, e richiede la massima concentrazione. Devi essere precisa, puntigliosa, perché in brigata sei soltanto una parte dell’orchestra. Guai a perdere una nota, o il ritmo».
Tirocinio a Milano
Dopo Rivisondoli, arriva il momento delle destinazioni, e Beatrice viene mandata a fare i sei mesi di tirocinio curricolare a Spazio Milano. «I primi mesi mi sono occupata di primi e secondi, dopodiché sono andata a dare una mano alla pasticceria», ricorda la cuoca. «Milano è un’esperienza che consiglio di fare a tutti: ricevi una formazione a 360°, sia a livello umano che professionale».
Piccione per l’esame finale
Concluso il tirocinio di sei mesi, arriva il momento dell’esame finale, e la giovane cuoca decide di presentare un piatto caro al maestro. «Alla commissione ho proposto un piccione con crema di cacao e sedano rapa. Non ricordo sinceramente come sia andata a livello di votazione, ma ricordo bene che riportai vuoto anche il mio piatto di presentazione!».
Capo partita con chef Gaia
Poco dopo Beatrice viene assunta a Spazio Milano, e dopo qualche mese è diventata capo partita alla pasticceria.
«Ora sono quasi cinque anni che lavoro a Milano, e posso affermare di aver trovato una seconda famiglia, grazie all’umanità di chef Gaia e al continuo supporto del sous chef Marco Valerio Becchetti. Tra l’altro dopo il Covid e la riapertura del ristorante mi hanno chiesto se volevo spostarmi ai secondi, e ora da circa due anni sono diventata la capo partita ai secondi. Sogni nel cassetto? Ho ancora tanto da imparare, ma un domani non mi dispiacerebbe trovare un casale ad Atri dove aprire un ristorante agricolo insieme ai miei fratelli».
SPAZIO NIKO ROMITO MILANO
Piazza del Duomo
Galleria Vittorio Emanuele II, 1
20121 MILANO
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(le fotografie sono di Elisia Menduni)